Gli aspetti ambientali del Piano Gestione Rifiuti di Cantiere
I mesi di bella stagione sono caratterizzati dalla presenza di diversi cantieri nelle nostre città e non solo.
Questi luoghi di lavoro interagiscono con l’ambiente circostante e necessitano di continui controlli e verifiche del loro impatto, cosa però non proprio di facile applicazione. Di solito, infatti, il carattere temporaneo del cantiere e la presenza di più imprese coinvolte complicano non poco le attività di monitoraggio da parte del Committente.
È quindi fondamentale individuare delle modalità per la gestione dei rifiuti prodotti dal cantiere (possibilmente prima dell’avvio dei lavori), così da facilitare il lavoro alle imprese coinvolte e monitorare serenamente la realizzazione dell’opera.
Ma come individuare queste modalità? A questo proposito ci vengono in aiuto i Criteri Ambientali Minimi per l’edilizia, i cosiddetti CAM Edilizia.
I CAM: i Criteri Ambientali Minimi per l’edilizia
Secondo la definizione ufficiale, i Criteri Ambientali Minimi (CAM) sono i requisiti ambientali ed ecologici definiti dal Ministero dell’Ambiente volti ad indirizzare le Pubbliche Amministrazioni verso una razionalizzazione dei consumi e degli acquisti fornendo indicazioni per l’individuazione di soluzioni progettuali, prodotti o servizi migliori sotto il profilo ambientale.
In pratica, si tratta dei requisiti ambientali che un progetto, un prodotto o un servizio deve avere lungo tutto il suo ciclo di vita per poter essere acquistato dalla Pubblica Amministrazione, tenendo anche conto della disponibilità sul mercato.
Recepiti dal D.lgs. 50/2016 “Codice degli appalti” (modificato poi dal D.lgs 56/2017), i CAM sono obbligatori per tutte le stazioni appaltanti. Ciò include anche il settore delle costruzioni e dei cantieri, per cui la PA è obbligata a inserire nella documentazione progettuale e di gara tutte le specifiche tecniche e clausole contrattuali indicate dai CAM specifici per l’edilizia, agevolando così la corretta assegnazione ed esecuzione dell’appalto.
Quali sono quindi i Criteri Ambientali Minimi per la redazione del Piano di Gestione dei rifiuti di cantiere, sia pubblico che privato? Vediamoli insieme.
Specifiche tecniche del Cantiere: cosa è bene sapere
La sezione 2.5 del D.M. 11/2017 esplicita le “Specifiche tecniche del cantiere”, ovvero quegli aspetti che devono essere presenti nel Piano di Gestione dei rifiuti di cantiere o nel Piano di Gestione ambientale del Cantiere.
Per quanto riguarda le demolizioni e le rimozioni di materiali, esse devono essere eseguite in modo da favorire il trattamento e il recupero dei materiali, secondo quella che viene definita “demolizione selettiva”, una tecnica che permette di aumentare l’uso di materiali riciclati e il recupero dei rifiuti.
All’interno del Piano di Gestione dei rifiuti del cantiere devono quindi essere presenti le modalità di realizzazione della demolizione, le tipologie di rifiuti (i codici CER) e le ipotetiche quantità che da gestire; devono inoltre essere indicati i trasportatori e gli impianti presso cui si prevede di inviare i rifiuti o le modalità di trattamento del rifiuto in cantiere, se opportuno.
Devono essere inclusi anche i possibili rischi e impatti, come la produzione di polveri, la presenza di rifiuti pericolosi, ecc. Sono i vincoli imposti dai CAM Edilizia per raggiungere l’obiettivo di riutilizzo, recupero o riciclaggio di almeno il 70% in peso dei rifiuti.
Le criticità individuate dai CAM Edilizia
Secondo i CAM per l’edilizia, la relazione tecnica del cantiere deve contenere anche l’individuazione puntuale delle possibili criticità legate all’impatto nell’area dei lavori e alle emissioni di inquinanti nell’ambiente circostante, così da ridurre i rischi ambientali.
Queste criticità riguardano le misure adottate per:
- la protezione delle risorse naturali, paesistiche e storico-culturali presenti nell’area del cantiere
- la raccolta differenziata nel cantiere, oltre che la demolizione selettiva e il riciclaggio dei materiali di scavo e dei rifiuti da costruzione e demolizione (C&D)
- aumentare l’efficienza nell’uso dell’energia nel cantiere e per minimizzare le emissioni di gas climalteranti
- l’abbattimento del rumore e delle vibrazioni dovute alle operazioni di scavo, di carico/scarico dei materiali, di taglio dei materiali, di impasto del cemento e di disarmo, ecc., e l’eventuale installazione di schermature/coperture antirumore
- il risparmio idrico e la gestione delle acque reflue nel cantiere e l’uso delle acque piovane e quelle di lavorazione degli inerti
- l’abbattimento di polveri e fumi anche attraverso periodici interventi di irrorazione delle aree di lavorazione con acqua o altre tecniche
- garantire la protezione del suolo e del sottosuolo, anche attraverso la verifica periodica degli sversamenti accidentali di sostanze e materiali inquinanti
- ridurre l’impatto visivo del cantiere, anche attraverso schermature e sistemazione a verde.
Ricordiamo infine che il Piano di Gestione deve essere aggiornato nel tempo in funzione dell’evoluzione del cantiere.