Patologie arti superiori: movimenti ripetitivi

Come vi abbiamo spiegato qualche settimana fa i movimenti ripetitivi ricadono nella categoria dei rischi di prioritaria importanza, ricordando sempre che essi sono considerati una vera e propria malattia professionale. Gli effetti di tali attività lavorative che comportano movimenti ripetuti degli arti superiori in condizioni non ergonomiche sono definiti nell’articolo 167, comma 2, lettera b) del D. Lgs. 81/2008 come patologie da sovraccarico biomeccanico, ossia “patologie delle strutture osteoarticolari, muscolotendinee e nervovascolari”.

La continuativa esposizione al rischio specifico nel tempo è racchiusa da freddi acronimi come RSI (Repetitive Stress Injury) e CTD (Cumulative Trauma Disorder). Le variabili che scatenano tali patologie possono agire in sinergia, aumentando globalmente l’effetto nocivo e riducendo le possibilità di guarigione; solitamente le malattie in questione richiedono un periodo lungo di riabilitazione, rischiando di non arrivare al risultato sperato.

Quali sono dunque i fattori di rischio? Frequenza, durata, posture lesive, richiesta di forza eccessiva, scarso tempo di recupero, fattori individuali (età, sesso, esperienza e stato di salute) e fattori complementari (ambientali come illuminazione, microclimatici e di esposizione a vibrazioni).

E le patologie da sovraccarico biomeccanico come si classificano? Prevalentemente seguendo il tessuto interessato:

  • tendiniti;
  • tenosinoviti;
  • patologie neurologiche periferiche;
  • patologie neuro-vascolari;
  • patologie muscolari.

Su tutti possiamo citare la Sindrome del tunnel carpale, il “Gomito del Tennista”Sindrome della cuffia dei rotatoriSindrome di De QuervainSindrome del dito a scattoSindrome dello stretto toracico.

Il datore di lavoro deve considerare, artt. 15, 17 e 28 del D. Lgs 81/08, l’obbligo di valutare tutti i rischi per i lavoratori. In base all’articolo 168, i criteri di riferimento per la valutazione dei rischi sono le norme tecniche, le buone prassi e le linee guida. E’ quindi evidente che il rischio in questione può essere analizzato seguendo i dettami della norma UNI ISO 11228-3 oppure le linee guida emanate dagli Enti competenti.

Per ulteriori informazioni in merito non esitate a contattare il nostro Team di Professionisti specializzati in Ingegneria Ambientale e Sicurezza sul Lavoro. Chiamaci allo 0532-243048, oppure manda una mail all’indirizzo info@b-ethic.it.

Fonte: INAIL.