Microclima ideale nei luoghi di lavoro

Abbiamo già parlato di stato psicofisico del lavoratore, e recentemente si è toccato il tema dell’aumento delle temperature (per i lavoratori outdoor). Ora uniamo i due argomenti per trattare di microclima nei luoghi di lavoro, proprio in questi giorni dove il caldo inizia a dare fastidi alla popolazione con l’arrivo della prima ondata di fine giugno/inizio luglio.

L’Ispesl, ora Inail, ha redatto nel 2006 un documento ancora validissimo, dal titolo Microclima, aerazione e illuminazione nei luoghi di lavoro. Requisiti e standard. Indicazioni operative e progettuali. Linee Guida. Il benessere in un ambiente di lavoro passa anche dal clima e il testo, che trovate nel link sopracitato dal Portale Agenti Fisici, indirizza il lettore verso uno studio completo, tra qualità dell’aria, temperature e livelli di illuminazione.

Occorre mettere immediatamente in chiaro che l’importanza di un livello di confort adeguato è sottolineata anche dalla normativa sulla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, il Decreto legislativo 81/2008 classifica il microclima (articolo 180) tra gli agenti fisici compresi nella valutazione dei rischi. L’ambiente come ben sappiamo può incidere sul disagio del lavoratore, mettendo in pericolo la sua salute e sicurezza.

Di cosa stiamo argomentando nello specifico? Il microclima è l’insieme di velocità dell’aria, umidità, temperatura radiante media e temperatura dell’aria che concorre con altri parametri (metabolismo dell’individuo ed abbigliamento dello stesso) a definire lo scambio termico presente tra ambiente e lavoratore.

Le linee guida riportano che le condizioni termicamente confortevoli si raggiungono “quando una elevata percentuale di persone poste all’interno dello stesso luogo, soggette ad analoghe condizioni di vestiario ed attività fisica, non è in grado di affermare se preferirebbe una temperatura più alta o più bassa“. La temperatura viene mantenuta entro un intervallo variabile molto breve, legandosi al sistema fisiologico di termoregolazione dell’essere umano. Per un ulteriore approfondimento sulle condizioni di benessere termico vi rimandiamo a domani, ricordando che il microclima deve essere valutato con riferimento alle norme di buona tecnica (UNI, ISO ecc.) e ad una corretta prassi per mettere in campo le migliori misure di prevenzione e protezione.

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