L’importanza della valutazione del rischio da colpo di calore

Perché oggi ci occupiamo del “colpo di calore”?

Il clima torrido degli ultimi mesi ha portato con sé un rischio specifico comunemente denominato “colpo di calore”. Molti lavoratori esposti ne sono colpiti con conseguenze che possono portare alla morte dal 25% al 50% dei casi.

Ne parliamo oggi perché ogni anno, in questo periodo, aumentano esponenzialmente i controlli dell’Ispettorato del Lavoro finalizzati a verificare il rispetto delle norme di sicurezza per i lavoratori esposti alle elevate temperature nello svolgimento delle loro mansioni.

Cos’è?

Il colpo di calore può verificarsi quando siamo esposti ad alte temperature, sopra i 30° all’ombra, ed elevata umidità (maggiore del 70%).

I sintomi: rapido aumento della temperatura corporea, fino ai 42 gradi, oltre a debolezza, confusione, vertigini, arrossamento cutaneo, crampi, cefalea,  nausea/vomito, accelerazione della respirazione e del battito cardiaco fino alla perdita di coscienza.

Il datore di lavoro è responsabile

Il datore di lavoro, per preservare la salute e sicurezza dei propri dipendenti ed evitare sanzioni  deve valutare con attenzione il rischio di esposizione a shock termici (POS, PSC) e porre in essere tutte le misure preventive e protettive necessarie a questo scopo.

Sanzioni

In caso di mancata valutazione del rischio le autorità competenti possono sospendere l’attività lavorativa fino a quando le misure di prevenzione non siano adottate e comminare una sanzione pecuniaria. Nel caso in cui, invece, la valutazione vi sia, ma le prescrizioni in essa contenute non siano rispettate, sarà ritenuto responsabile e sanzionato il preposto per non aver vigilato sull’operato dei lavoratori.

Inail: alcuni consigli e indicazioni

  • Modificare gli orari di lavoro privilegiando le ore più fresche della giornata
  • Mai svolgere mansioni isolati.
  • Predisporre aree fresche e ombreggiate per le pause dei lavoratori, che devono essere più frequenti.
  • Garantire ai lavoratori l’apporto di acqua fresca, sia da bere che per rinfrescarsi.
  • Predisporre la sorveglianza sanitaria, in particolare per quei lavoratori che hanno particolari patologie (diabete, ipertensione, asma ecc.).
  • Fornire ai dipendenti i corretti DPI per la protezione dal sole e dalle alte temperature.

 

Una corretta informazione ai dipendenti è fondamentale per ridurre i rischi, e per far conoscere ai lavoratori le best practices in caso di svolgimento di attività in condizioni di forte caldo.