La valutazione del rischio stradale

La valutazione del rischio stradale

Il rischio stradale è in assoluto il più sottostimato dalle aziende.

Tutti coloro che usano veicoli – automezzi pesanti, auto, furgoni, etc. – su strada hanno un’esposizione al rischio elevatissima. La probabilità media di morte per ogni ora dedicata agli spostamenti su strada è fra le 20 e le 30 volte superiore a quella che si registra mediamente in un’ora trascorsa sul posto di lavoro.

Questi dati evidenziano la necessità da parte dei datori di lavoro e RSPP di rivolgere particolare attenzione alla valutazione del rischio stradale e alla sicurezza dei propri dipendenti.

I principali riferimenti normativi del rischio stradale

Alcuni elementi legati al rischio stradale sono regolati da specifiche norme di legge, come ad esempio:

  • il divieto di assunzione di alcool e sostanze stupefacenti (Codice della Strada, art. 186 e 187);
  • il rispetto dei limiti di velocità (Codice della Strada, art. 141 e 142);
  • il divieto di uso del cellulare alla guida (Codice della Strada, art. 173);
  • l’obbligo di effettuazione periodica delle revisioni (Codice della Strada, art. 80).

Al contrario, per i fattori di rischio non regolati da norme di legge risponde il datore di lavoro, il quale è chiamato a tutelare i propri dipendenti in modo da prevenire i rischi sul luogo di lavoro e in itinere attraverso:

  1. UNI ISO 39001:2016: uno standard di gestione per la mitigazione del rischio stradale che comporta l’individuazione dei fattori in causa e la pianificazione di un sistema di prevenzione del rischio.
  2. D.lgs. 81/08: impone al datore di lavoro la redazione del documento di valutazione dei rischi per la sicurezza dei lavoratori, compreso il rischio stradale, che costituisce un vero e proprio pericolo lavorativo in quanto la strada viene considerata come luogo di lavoro e il veicolo come un’attrezzatura di lavoro.

Minimizzare il rischio stradale: come

L’obiettivo è innanzitutto quello di identificare le componenti nel sistema di trasporto e tutte le azioni che si possono adottare per ridurre o eliminare i rischi alla guida.

Le tre componenti principali sono uomo, veicolo e infrastruttura. Queste variabili si trovano in un equilibrio dinamico tra loro, costantemente minacciato da fattori incontrollabili come la componente ambientale.

Per ridurre il rischio stradale occorre intervenire su ognuna delle componenti in questione, studiandone le caratteristiche e intervenendo dove necessario per minimizzare i rischi.

  • La componente “uomo” è la più fragile dell’intera catena, in quanto incorre facilmente in errori quali stima errata della velocità o della propria stanchezza, distrazione, etc.
    Per questa ragione necessita di una corretta formazione, addestramento, condizioni fisiche adeguate a guidare in sicurezza e preparazione alle emergenze.
  • La componente “veicolo” deve rispettare le condizioni di sicurezza, i tempi di manutenzione, la corretta conservazione degli equipaggiamenti e i sistemi di ergonomia.
  • La componente “spostamento”, sulla quale si deve intervenire controllando la programmazione dei percorsi, del tempo e della distanza.
  • La componente “ambiente”, della quale è impossibile controllare le variazioni, ma si può prestare attenzione alle condizioni meteo avverse in fase di pianificazione dei viaggi.

Qualche riflessione sul rischio stradale

I dipendenti vengono sottoposti a molti corsi di formazione, come quello antincendio, il primo soccorso, a seconda delle proprie mansioni. Ma sono sufficientemente formati per ridurre il rischio ai quali sono esposti ogni giorno nel percorso casa-lavoro?

Domandiamoci se non sia più probabile che incorrano in un incendio o in un incidente stradale. Perché adempiamo alla formazione obbligatoria e quella di un rischio con maggiore probabilità di accadimento non viene proposta?

Serve un’adeguata individuazione e misurazione di tutti i rischi, indipendentemente dal luogo di lavoro e dalle mansioni.