Campi elettromagnetici: buone prassi pt.1
Ad inizio maggio vi abbiamo aggiornato sull’approvazione del decreto preliminare 2013/35/UE in materia di campi elettromagnetici.
Rimanendo in tema, e visto l’avvicinarsi del 1 luglio 2016, data in cui la direttiva dovrebbe essere recepita dal nostro Paese, è interessante valutare buone prassi e procedure utili al fine di aiutare i datori di lavoro, informandoli sugli obblighi previsti.
In alcuni casi eliminare totalmente i rischi alla fonte è impossibile, fornendo una tutela completa ai lavoratori per l’esposizione a campi elettromagnetici, per questo è necessario garantire loro delle norme per un’attività lavorativa sicura. La Commissione Europea ha redatto una “Guida non vincolante di buone prassi” che punta prevalentemente su tre temi: dispositivi di protezione individuali (DPI), misure tecniche e misure organizzative.
Oggi vogliamo soffermarci sulle procedure scritte, decisive per l’organizzazione sul posto di lavoro in caso di rischio legato a campi elettromagnetici. La guida è chiara, per la gestione dei rischi le misure “dovrebbero essere documentate nella valutazione dei rischi affinché tutti sappiano come occorre procedere”. Copie devono essere consultabili nelle aree dove lavorano persone interessate.
Si può procedere così, includendo tali dati:
- descrivere le aree oggetto di restrizioni particolari o dove si svolge una determinata attività
- chi può accedere a tali aree, una lista di nominativi
- requisiti di formazione per ogni lavoratore
- i nominativi dei responsabili della supervisione del lavoro o di chi attua le restrizioni
- i particolari relativi alle emergenze
- i gruppi specificamente esclusi dalle aree, i lavoratori a forte rischio