Colpo di calore: un rischio concreto

Il lavoro in condizioni di temperatura elevata è un classico per alcuni tipi di mansioni, su tutti ad esempio agricoltori, giardinieri, operai nei cantieri stradali, lavoratori edili, e in tante altre situazioni. Dopo avervi già parlato di lavoratori outdoor entriamo nel caso specifico del rischio da colpo di calore.

Nella nostra regione i dati del servizio sanitario regionale indicano un record di infortuni per colpi di calore negli ultimi cinque anni e nel 59% delle aziende ispezionate mancava il Documento di Valutazione Rischi. Il Datore di Lavoro, come recita il D.Lgs 81/08, deve valutare “tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori”; tra questi anche quelli da calore tra disidratazione e colpo di calore, patologie della pelle, insolazione, disturbi respiratori ecc. ecc.

Per definire il rischio non è sufficiente considerare esclusivamente la temperatura, ma anche umidità, ventilazione ed irraggiamento. Verificare previsioni e condizioni meteo è decisivo: a rischio sono le giornate in cui si superano i 30° e l’umidità è oltre il 70%. Il lavoratore dovrà iniziare gradualmente per un acclimatamento intelligente, oltre a ricevere una informazione e formazione adeguata sugli effetti del calore, valutando anche la comprensione della lingua utilizzata nel percorso formativo.

Non possono mancare i dispositivi di protezione individuale, oltre ad una buona quantità di acqua fresca con la doppia finalità di rinfrescarsi e dissetarsi. Predisporre zone d’ombra e luoghi freschi si lega all’organizzazione di turni ed orari, nell’ottica di minimizzare il rischio grazie a rotazioni e pause per concentrare i lavori pesanti nelle ore più fresche della giornata.

La prevenzione è centrale valutando un vestiario traspirante e di colore chiaro (evitabile il lavoro a pelle nuda), idratandosi regolarmente e tenendo un’alimentazione povera di grassi e al contempo ricca di zuccheri e sali minerali. Infine onde evitare il colpo di calore non si può prescindere da una sorveglianza sanitaria completa: il medico competente darà il giudizio di idoneità al lavoro sostenendo fonti di calore, valutando il quadro clinico generale del lavoratore.

E se le precauzioni non tamponano la situazione come si manifesta e in che modo è utile agire durante un colpo di calore? La sola idratazione non basta, segni che anticipano il collasso sono: crampi muscolari, confusione, cute arrossata, sete intensa, poi vertigini, vomito, tremori, iperventilazione e formicolio alle dita.

Le modalità di intervento, oltre alla consueta chiamata al 118, sono da attuare nell’immediato posizionando il lavoratore all’ombra, sdraiato in caso di vertigini o sul fianco per la nausea. Il riposo assoluto si collega al tentativo di raffreddare la pelle con spugnature di acqua fresca, concentrate su fronte, nuca ed estremità.

Per ulteriori informazioni in merito non esitate a contattare il nostro Team di Professionisti specializzati in Ingegneria Ambientale e Sicurezza sul Lavoro. Chiamaci allo 0532-243048, oppure manda una mail all’indirizzo tecnico@b-ethic.it.